Bari-Brindisi

Percorrere Bari alle 8 del mattino è molto più piacevole di ieri, con il traffico e le macchine scattanti pronte ad ogni tipo di sorpasso degno di una gara di formula uno. Oltretutto è domenica e i netturbini sono gli unici individui in giro.

Chiediamo a qualche autoctono la strada migliore per raggiungere la litoranea e un signore in bici si propone di accompagnarci. Peccato che oramai abbiamo un allenamento nelle gambe così intensivo che senza accorgercene lo superiamo, cominciando a vagare per strade casuali. Fortunatamente troviamo la complanare est della statale adriatica, una strada secondaria appiccicata alla superstrada, ma poco trafficata. Perfetta per noi e i ciclisti che incrociamo costantemente i quali esitano a salutarci. Anche il manto stradale non è male e non esitiamo a ripeterci che trovammo asfalti più dissestati al nord Italia. Il nostro obiettivo è arrivare nelle vicinanze di Ostuni alle 13 per un appuntamento e i km al luogo dell’appuntamento. Si raggiunge un accordo con il comitato interno alla biciclettata, il comitato “fumatori e bar”, stabilendo che razie ad una media dei 20km/h si sarebbero potute fare solamente un paio di tappe di cinque minuti. Il piccolo collettivo di tossici, probabilmente schiavo della loro dipendenza, si ritrovano a tirare il gruppo a medie ben superiori e vertiginose della velocità stabilita, destabilizzando il gruppo.
Si passano velocemente cittadine come Mola di Bari o Polignano a Mare con una splendida baia a strapiombo sul mare o Monopoli.
La direzione è Montalbano, l’Albergabici, dove ci attende Daniele, militante del movimento No al Carbone e responsabile del luogo che ci accoglie. L’albergabici è situato in una casa cantoniera risanata e concessa dal comune per lo sviluppo di un’attività ecosostenibile e innovativa per il territorio. Si parla di un polo di interesse per la valorizzazione del territorio mediante il cicloturismo con servizio di noleggio bici, pernottamento, punto informazioni per coprire i vari itinerari, ma soprattutto è il quartier generale di Daniele il quale preferisce non essere chiamato “guida” del parco Dune Costiere, ma un informatore; un chiaccheratore di cultura dei luoghi che grazie alla sua passione ci fa visitare e vivere. Percorriamo una porzione di via Traiana, una strada romana alternativa alla via Appia. Ci godiamo gli uliveti secolari e millenari, come se vedessimo il paesaggio con gli occhi di un cittadino ai tempi dell’impero romano. Particolari le forme degli ulivi, diramate in più tronchi, spelacchiati, con folti chiome. La fierezza dei contadini in questa zona è caratterizzata dal curare gli uliveti nella maniera più tradizionale possibile. Daniele ci accompagna fino a Brindisi non dimenticando di “fotterci” a mare nelle baie stupende della zona delle dune costiere. Ci mostra la zona umida, una zona di paludi piene di ecosistemi caratteristici della zona.
Arrivati a Brindisi ci accoglie il comitato No al Carbone. Per accoglienza intendiamo un’abbuffata galattica di tutti i prodotti locali proposti.
Nella sede dei No al Carbone, i ragazzi ci raccontano gli inizi della loro lotta, molto legata alla città di Brindisi e ai suoi trascorsi.
Brindisi, una città sempre sempre sfruttata per il suo splendido porto naturale,strategico, alla gola di tutti. Successivamente alla seconda guerra mondiale la città è in ginocchio per la devastazione che regna sovrana a causa dei bombardamenti e l’unica offerta economica di sviluppo arriva negli anni 70 con il petrol-chimico. Negli anni l’industra sostituisce la prima attività di sostentamento presento a Brindisi, l’agricoltura. L’incremento dell’industrializzazione portò ad una fisiologica richiesta energetica che sancì la conversione della città a polo energetico con l’arrivo della più grande centrale a carbone. Le motivazioni di arricchire il territorio e ar fronte alla disoccupazione non giustificano l’insediamento così massivo su una costa così bella e ricchezza di altri tipi di ricchezza, come l’agricoltura, abbandonata nel tempo o peggiorata dalla vicinanza del polo industriale.
Surreale lo spettacolo costiero industriale, dove a giorni alterni le ciminiere “sputano” fuoco e fiamme, sfogando agenti sicuramente inquinanti.
Il comitato nacque per far fronte a questa devastazione legalizzata, ma neanche troppo perché Enel non risulta in regola su molti fronti dei permessi. I ragazzi di No al Carbone denunciano la devastazione di questo territorio sforzandosi su più campi, come quello di monitorare gli iter legali sempre bypassati dalle industrie che vogliono arricchirsi nel territorio brindisino o semplicemente sensibilizzando la popolazione, spetto molto duro da affrontare. Occorre menzionare il nastro trasportatore che dal porto di brindisi sposta tonnellate di carbone verso la “vicina” centrale a carbone, un modello energetico insostenibile e oramai antiquato, ma politicamente una priorità, al punto da tagliare le così dette falde acquifere e stroncando la vita agricola.

6 Comments

  1. Che bella esperienza! Conosco discretamente la città di Bari non la vedo da diversi anni , e hai saputo mostrarla sotto un aspetto che può passare inosservato e renderla ancora più interessante..

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    1. Noi l’abbiamo vissuta parlando delle esperienze sociali che i ragazzi dell’ex caserma ci hanno raccontato. Il poco tempo a disposizione stona di fronte alla nostra volontà di vedere TUTTO di ogni luogo, ma vivere il viaggio in questo modo ci rende più attenti per carpire ogni peculiarità. Grazie per il tuo commento

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  2. È stato un onere potervi raccontare anche il lato agricolo-naturalista della provincia di Brindisi e non solo quello industriale devastante.
    Un abbraccio a tutti

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  3. È stata un’esperienza incredibile condividere tre giorni di lotta,racconti e mangiate insieme.Grazie fratelli..A presto…in Valle❤
    Valentina

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