Non posso nascondere le mie emzioni. Sono preoccupato e allo stesso tempo eccitato per la giornata. Dietro la montagna che ho di fronte c’è casa, ma devo prima scalarla e non sono per niente tranquillo. Ammetto che la salita del colle di Laffret è stato uno dei miei peggiori momenti di crisi di questo viaggio e ora sono preoccupato di avere la stessa depressione di quel giorno, ma è l’ultima salita e non sono da solo. Alessandro è preoccupato quanto me, però alle 10 siamo ponti a partire.
Arriviamo a Briancon abbastanza in fretta. A metà strada ci fermiamo per una pausa al lago di Roches de Rames per cambiare i vestiti. Il meteo è perfetto, solo ventoso, ma non sono più spaventato di questo. Comincio a sentirmi strano. Più ci avviciniamo a Briancon più riconosco i posti ma con piccole differenze perché i posti appaiono diversi rispetto al punto di vista di passarli in auto.
A Briancon ci prendiamo un altra pausa per pranzo. Comincio ad essere concentrato, focalizzato sulla cima della montagna. Non è veramente la cima. È un valico, la parte più bassa della cima, ma rimane comunque alta da scalare e non l’ho mai fatto, pure con delle borse pesanti sul retro. Andiamo oltre la città alta di Vauban. Ve lo ricordate? il costruttore di Forti e torri di difesa di luigi XIV. In Briancon potete vedere una splendida città circondata da mura e case costruite una attaccata all’altra sulla cima della collina.
La salita del colle del Monginevro comincia. Molti ciclisti ci superano, ma non abbiamo cura di loro. Noi abbiamo la nostra velocità e i nostri problemi. Il colle del Monginevro ha una strada abbastanza larga e parte abbastanza pendente e la strada ha molti tornanti che fanno cambiare direzione continuamente. Non posso contare il numero di curve perché sono impegnato a pedalare e Alessandro pure. Ad ogni metro il punto di vista della valle cambia.
La salita è molto più facile di quello che mi aspettavo. Non intendo facile. Intendo meglio. Lieve. Ho tempo per respirare. Dopo una curva non vedo più la punta del colle e la ragione è che sono quasi in punta, a qualche metro. La frequenza di pedalata migliora per l’adrenalina. Arriviamo in punta. Fatto!
Sono emozionato. Abbraccio Ale, ma non abbiamo tempo per festeggiare. Siamo sudati e si gela e dobbiamo cambiarci i vestiti e andare in fretta dall’altra parte del colle. Dopo un chilometro c’è il confine italiano: Claviere. Mi rifiuto di fare le foto sul cartello del confine perché è imbrattato di scritte fasciste e non mi ci ritrovo in queste e quindi saltiamo giù in ITALIA.
Il vento è alle nostre spalle ed è discesa. Solo 50km senza respiro. Sorpassiamo le città della mia valle. La val di Susa, il luogo dove sono nato. Questo giorno è perfetto, con un’incredibile giornata di sole e con questa luce il verde degli alberi è ancora più brillante.
Mi sento veramente a casa quando sopra SUSA ho la valle di fronte a me, con il Rocciamelone, la montagna sulla sinistra, che controlla tutto. Ho un sorriso che riesco a mordemi le orecchie.
A Susa la mia famiglia è venuta a prendermi per portarmi a casa in bici!. Mia mamma e mio papà e mio cugino Simone. Grazie mille. È veramente simbolico fare gli ultimi chilometri insieme!
Il resto è questo. Arrivo a BUSSOLENO dopo 1750 chilometri da LEEDS. Tornare a casa è fantastico ogni volta, ma tornarci in bici, con questo stile di viaggiare è ancora meglio!
Ora son senza parole!
Grazie a tutti! Ora sono confuso e non posso scrivere riguardo alle mie emozioni. Dovrei realizzare dove sono e cosa ho fatto.
Grazie per avermi seguito!
Ciao